Autore: Marco Manco

Parola

Ci sono ancora profeti?

Per quanto possiamo essere anche noi ribelli e in rivolta, ci sono sempre in mezzo a noi vite e parole che hanno un sapore diverso, che indicano una storia che è rinnovata. Non siamo soli e perduti per sempre. C’è sempre in mezzo a noi un profeta, un dito che indica il cielo, un cuore che resta di carne, un gesto che racconta l’amore. Ci sono ancora traiettorie che spingono in alto, che prendono per mano la terra e in essa vedono il cielo riflesso. Ci sono ancora mani capaci di toccare la storia e di renderla santa, di guardare l’uomo e di riconoscere in lui un volto divino. Ed è da costoro che possiamo andare, perché ci insegnino che Dio si è fatto feriale, si è fatto compagno di strada e si è fatto cammino.

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Parola

Solo la morte rende fecondi

Credere è questione di morte perché solo quando si è di fronte e insieme alla morte la fede diventa credibile, diventa capace di riaprire alla vita. Non si può generare alla vita, non si può essere fertili e fecondi davvero senza prima aver attraversato e vinto la morte. E la morte non è vinta per nostra forza o perizia, né per ingegno e furbizia, la morte è vinta quando con fede tocchiamo e ci lasciamo toccare da Colui che, vincendo ogni nostro isolamento e chiusura, ci richiama e ridesta alla gioia di essere vivi, di essere, con lui, generatori e dispensatori di vita.

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Parola

Un Dio da conoscere

Celebrare la festa della Santissima Trinità è ancora e sempre più necessario. Mentre alcuni dichiarano la morte di Dio e di ogni fede, altri ricercano divinità perdute, altri inseguono energie divine, altri sentono di essere divini, altri immaginano di fondersi nell’uno, e tutti corriamo il rischio di dire Dio senza conoscerlo.

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