Diventare famiglia di Dio

Tra le tante possibilità che la vita ci offre, c’è anche quella, drammatica e costante, di confondere le realtà, di illudersi su Dio e su se stessi, di prestare fede a parole infide, di diffidare del bene perché troppo convinti di ciò che sappiamo. 

La scelta è quella antica e sempre nostra: stare dentro o restare fuori non è indifferente. Confondere ciò che viene da Dio con ciò che viene dal male è il rischio a cui siamo esposti perché, al di là di tutto, resta sempre suadente la voglia di costruirci un Dio a nostra misura, che rispetti le regole che gli abbiamo imposto, che soddisfi i criteri che ci siamo dati. Eppure basterebbe decidersi ad entrare lì dove Cristo raduna la folla e lì, seduti attorno a lui che è al centro, fare la volontà di Dio che ci rende suoi intimi e familiari. È per questo che Gesù è uscito fuori perché ciascuno possa sentirsi di casa attorno a lui.Dio si è svelato e rilevato, si è mostrato donandosi a noi. Il mistero pasquale è il luogo santo in cui Dio si è fatto incontrare. Egli non è un oggetto della mente e del nostro pensiero, del nostro affetto e del nostro bisogno. Dio è rivelazione di amore, abbondanza che non si contiene, forza che non viene meno, dialogo che non si interrompe, vita che non conosce confini.
E allora con il coraggio di vedere ciò che già sappiamo e proviamo a nascondere, lasciamo che la Parola ci dica di Lui e poi dica anche di noi.

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